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Cosa succede in caso di abuso edilizio?

Cosa succede in caso di abuso edilizio?

La fattispecie dell’abuso edilizio su suolo pubblico è disciplinata dall’articolo 35 del Testo Unico Edilizia (Tue). Tale disposizione obbliga il responsabile dell’abuso alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi, dandone comunicazione all’ente proprietario del suolo.

Questo obbligo, come unica sanzione possibile, è stato ribadito in una sentenza del 27 marzo 2023, numero 524, emessa dal TAR Calabria, Catanzaro, sezione II, che invita interpretare tale normativa “con particolare rigore, in quanto l’abuso, se commesso ai danni del suolo pubblico, risulta essere ancora più grave che se commesso illegittimamente su suolo privato”. Serve a tutelare le aree demaniali o di enti pubblici dalla costruzione di manufatti da parte di privati.

Qualche giorno prima, il 20 marzo 2023, anche il TAR Campania, Napoli, sez. VI, ha emesso la sentenza numero 1724, ricordando che, come già precisato dal Consiglio di Stato, “Nell’ipotesi di illecito edilizio realizzato su suolo pubblico, l’art. 35 d.P.R. n. 380/2001 prevede come unico rimedio sanzionatorio l’ordine di demolizione, dovendosi interpretare la relativa disposizione con particolare rigore, in considerazione del fatto che l’abuso è commesso ai danni di suolo pubblico”.


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La rimozione è vincolante

L’articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica, numero 380 del 2001, “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, impone l’obbligo di “rimozione che ha carattere vincolato” e non ammette “neanche l’approfondimento circa la concreta epoca di realizzazione dei manufatti”, inoltre “non è configurabile un affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di illecito permanente che il tempo non può legittimare in via di fatto”.

Anche “il lungo lasso di tempo intercorso tra la realizzazione dell’abuso e l’adozione del provvedimento repressivo non refluisce in un più stringente obbligo motivazionale circa la sussistenza di un interesse pubblico attuale alla ingiunzione di demolizione”. La norma non lascia alcuno spazio per valutazioni discrezionali da parte di enti, purché sia accertato l’abuso.

Quanti abusi sono stati demoliti in Italia?

Dall’ultimo dossier “Abbatti l’abuso” di Legambiente, diffuso nel 2021, sulle mancate demolizioni edilizie nei comuni italiani, emerge un’Italia spaccata in due. Sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario, nella penisola dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo e ordinanze di demolizione.

In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria su 14.485 ordinanze di demolizione emesse, ne sono state eseguite appena il 17,4%. Questi dati includono anche gli abusi edilizi su suoli privati.

Nel 2021, il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani spiegava che “procedere con gli abbattimenti è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi”.

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